A quando l’apertura del distretto sociosanitario? – Lo Stradone

A quando l’apertura del distretto sociosanitario?

A quando l’apertura del distretto sociosanitario a Martina? É la domanda che si pongono le sigle sindacali Cgil, Cisl, SPI Cgil, FNP Cisl. “La Regione Puglia – scrivono – nella fase di costruzione del Piano ha accolto l’idea che oltre al contributo degli esperti e degli operatori sanitari fosse essenziale recuperare la partecipazione dei cittadini per meglio individuarne i bisogni e le aspettative. La centralità del cittadino, cioè, viene collocata alla base della programmazione e dell’organizzazione del sistema sanitario, ma perché questa idea guida non rimanga semplicemente una enunciazione di buoni propositi – continuano – occorre che i processi di profondo cambiamento del sistema sanitario pugliese vedano il coinvolgimento metodico e coerente dei soggetti interessati”. La centralità del cittadino, cioè, viene collocata alla base della programmazione e dell’organizzazione del sistema sanitario, che trova la sua ragione d’essere e l’obiettivo delle sue attività aziendali proprio nella protezione, nella promozione e nel miglioramento della sua salute con una particolare attenzione alla parte più debole della società per le condizioni psicofisiche e per quelle di carattere economico, culturale, sociale, ambientale.
“Ma perché questa idea guida non rimanga semplicemente una enunciazione di buoni propositi – continuano – occorre che i processi di profondo cambiamento del sistema sanitario pugliese vedano il coinvolgimento metodico e coerente dei soggetti interessati alla costruzione di nuovi modelli assistenziali e trovino la loro concreta pratica attuazione mediante il potenziamento delle competenze decisionali delle strutture periferiche che ne assicurano efficacia e tempestività”.
Nella nota inviata al Direttore generale della Asl Ta/1 e al direttore del distretto socio sanitario n.5/ Martina-Crispiano si sottolinea la necessità di un incontro. “É il distretto – scrivono – il luogo dove è possibile sviluppare programmazione, ricerca e sperimentazione di nuove modalità per creare un sistema integrato di servizi sanitari e sociali tali da facilitare le connessioni tra i diversi servizi territoriali. Nella nostra regione , dove il luogo dominante del SSR è sempre stato l’Ospedale, il distretto fatica ad imporsi come l’articolazione territoriale della ASL.
La decisione del Governo regionale di dare avvio alla costruzione di sedi distrettuali – commentano – è da considerare foriera di una volontà politica che va nella direzione giusta.
Per questo è molto rilevante discutere la loro localizzazione sul territorio, la sua localizzazione richiede un’attenta valutazione sia degli Enti locali sia della ASL.
Nel Piano di salute regionale, inoltre – continuano – si prevede la realizzazione di un nuovo ospedale proprio nel distretto socio sanitario di Martina-Crispiano, che presumibilmente dovrà essere realizzato in un luogo idoneo, anche fuori dal territorio urbano. Si era pertanto diffusa la convinzione che le attuali strutture ospedaliere potessero bene rispondere alle esigenze della localizzazione dei servizi sociosanitari territoriali e delle funzioni amministrative della ASL.
I tempi inevitabilmente lunghi della realizzazione del nuovo ospedale hanno reso comprensibile la decisione della Regione di inserire il distretto di Martina Franca nell’elenco delle nuove realizzazioni delle sedi distrettuali”.
Ai destinatari della missiva le organizzazioni sindacali “chiedono un incontro per esaminare i tempi previsti per l’avvio del funzionamento del nuovo distretto; i servizi e gli interventi sociosanitari da collocare nella nuova sede distrettuale; la risposta della ASL ai bisogni fondamentali della cittadinanza relativa a situazioni emergenziali, che toccano soprattutto la popolazione anziana: Alzheimer, morbo di Parkinson, assistenza domiciliare integrata ecc. e integrazione tra i servizi ospedalieri e quelli territoriali”. Chiedono inoltre “il potenziamento dei consultori, dell’assistenza domiciliare per i malati terminali, delle ore di assistenza territoriale per gli utenti del CSM; la verifica del buon funzionamento degli uffici amministrativi, che hanno contatto con gli utenti e del CUP” e la risoluzione della “problematica connessa alle liste di attesa”.

Ottavio Cristofaro