Il 4 marzo ha evidenziato un profondo cambiamento nella società. La modernità liquida, per dirla con le parole del sociologo polacco Zygmunt Bauman, è “la convinzione che il cambiamento è l’unica cosa permanente e che l’incertezza è l’unica certezza”.
Lo scorso 20 marzo l’Associazione Upward ha organizzato un dibattito presso la Sala degli Uccelli, per interrogarsi sulle paure, sulle aspettative, sulle speranze, sulle ipocrisie e sui rischi che la nostra società sta vivendo, alla luce dei risultati delle elezioni politiche.
In sala tre interlocutori: da un lato il giornalista Massimiliano Martucci, accanto a lui il professore Michele Capriati docente di Politica Economica della facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Bari, e infine a condurre l’evento Francesco Caroli, segretario dell’Associazione promotrice dell’evento. Il compito difficile di dare una prima analisi dei risultati spetta al professor Capriati. Le cause del voto di protesta del 4 marzo sono da ricercarsi a detta dello studioso barese nella storia degli ultimi vent’anni della storia politica italiana, e nelle azioni poste in essere dai governi che si sono succeduti negli anni.
“Forza Italia e Partito Democratico, colonne portanti della Seconda Repubblica, alternandosi ai governi delle ultime legislature, al netto di alcuni dettagli, hanno attuato una politica sostanzialmente simile. Partendo da questo desunto, è diventato ovvio per gli elettori penalizzare questi due partiti e scegliere una nuova strada”.
Comunicazione, informazione sono gli altri aspetti che bisogna tener necessariamente presenti, a detta di Massimiliano Martucci, che evidenzia come ormai, tutti siamo diventati “emittenti di noi stessi nella comunicazione”, forse è proprio questo l’elemento in cui il M5S ha trovato la sua forza.
La politica interessa alla gente, che probabilmente stanca del vecchio, si è rifugiata nel cambiamento, e ciò è emerso nel lungo dibattito seguito agli interventi dei relatori. I partiti tradizionali non hanno saputo intercettare, il disagio e l’abbandono di gran parte della popolazione, “la nostra è una società liquefatta più che liquida” dice qualcuno provocatoriamente tra il pubblico.
La chiusura è affidata al Professor Capriati che ricorda a tutti i partecipanti come le formazioni politiche siano comunque diverse dagli ideali; la nostra Costituzione (che proprio quest’anno festeggia i suoi settant’anni) si basa su scelte etiche, fondamento delle organizzazioni politiche. Prosegue ancora segnalando come le scelte etiche si dividano tra quelle di destra, rivolte all’individuo, e di sinistra rivolte alla collettività. Anche il M5S dovrà trovare una sua collocazione entro tali confini.
L’unico dato certo è che bisogna tornare a parlare con gli elettori. Il vero problema è cosa dirgli.