Il Governo vuole venderli, la Puglia intende recuperarli e restituirli alla collettività. Si tratta dei beni confiscati alla criminalità organizzata. E’ stato presentato, questa mattina, dinanzi al Prefetto e ai rappresentanti degli undici comuni della provincia ionica dove insistono i beni confiscati, il progetto regionale “Libera il Bene”, un’iniziativa è promossa dalla regione Puglia, assessorato alla Trasparenza e alla Cittadinanza Attiva, in collaborazione con “Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie” nell’ambito del Programma per le politiche giovanili “Bollenti Spiriti”. Lo scopo del progetto è promuovere il recupero, la riconversione e il riuso dei beni confiscati in Puglia alla criminalità organizzata per scopi sociali, economici e di tutela ambientale. Nel corso della riunione sono stati illustrati i requisiti per accedere al bando. Quella pugliese è oggi una scelta ancor più significativa e in controtendenza rispetto alla linea del progetto nazionale che recentemente ha approvato in Senato un emendamento alla finanziaria che consente la vendita di beni immobili, sottratti alla criminalità, che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi. E’ facile immaginare, grazie alle note capacità delle organizzazioni mafiose di mascherare la loro presenza, chi si farà avanti per comprare ville, case e terreni appartenuti ai boss e che rappresentavano altrettanti simboli del loro potere, costruito con la violenza, il sangue, i soprusi. “E’ necessario – ha sottolineato Annamaria Bonifazi, referente provinciale di Libera – che i beni confiscati non siano messi in vendita. Questo bando fornisce gli strumenti e gli aiuti necessari ai Comuni che decidono di destinare tali aree ad un utilizzo sociale”. Nella sola provincia di Taranto sono settantanove i beni confiscati che potranno essere oggetto dei progetti di recupero dei Comuni e così restituiti alla disponibilità della comunità.
Valeria Semeraro