ROMA – Le parole di Berlusconi, che aveva minacciato di usare le forze dell’ordine contro le occupazioni, non fermano le proteste degli universitari: «la mobilitazione continua, anzi aumenta», dice l’Udu (Unione degli universitari).
«Non ci sentiamo minimamente intimoriti dalle parole di Silvio Berlusconi di ieri – precisa – perché non si tratta di una mobilitazione soltanto degli studenti. Questa contrarietà è ormai, oltre che dell’intero mondo accademico, anche propria della società civile che si sta rendendo conto che la L.133 mina lo sviluppo del Paese oltre al diritto allo studio».
Aumentano le proteste nel mondo della scuola contro la riforma Gelmini e i tagli alla ricerca. Cortei, assemblee, lezioni per la strada, occupazioni, stanno proliferando in ogni angolo dell’Italia.
Ecco il dettaglio della «resistenza» in Puglia e Basilicata
A Brindisi, occupazioni ed autogestioni in 16 scuole superiori in tutta la Provincia, in particolare Monticelli, Fermi, Majorana, Alumbo, Pepe-Calamo, Simone, Carnaro, Salvemini.
Gli studenti dell’Università degli studi della Basilicata si sono riuniti in assemblea nell’aula magna del Campus di Macchia Romana, a Potenza, per discutere sulle iniziative da organizzare nelle prossime ore.
Circa un migliaio di studenti delle scuole medie superiori hanno composto stamani, a Matera, un corteo che, partito da piazza Matteotti, si è concluso in piazza Vittorio Veneto, nel centro storico della città lucana. Con striscioni e cori, gli studenti hanno a lungo contestanto la riforma del Ministro Gelmini.
A Lecce c’è il blocco della didattica nella Facoltà di Scienze Politiche ottenuto dal Coordinamento per l’Università Pubblica.
A Bari sono previste Assemblee per gli studenti di Scienze Matematiche, Biotecnologia e Farmacia e per quelli della Facoltà di Lingue.
Le iniziative nel resto d’Italia
A Roma sono stati occupati alcuni licei come gli storici Tasso e Virgilio o il periferico Malpighi. Hanno scelto, invece, lo «sciopero creativo» gli studenti del liceo romano Russell facendo suonare la banda di istituto. Gli studenti hanno inoltre occupato la facoltà di Scienza dell’Università Roma Tre. Nottata tranquilla invece per i 150 studenti che, per la seconda volta consecutiva, hanno dormito all’interno degli edifici della facoltà di Fisica de La Sapienza, tutti occupati, ed in alcune aule di Lettere, Scienze Politiche e Chimica.
A Milano,i cancelli della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano sono stati bloccati dagli studenti per un’ora, impedendo così l’ingresso a chi voleva frequentare i corsi. La mobilitazione continua anche in altre facoltà, atenei e scuole milanesi.
Diverse centinaia di studenti di scuole superiori di Torino hanno sfilato in corteo nel centro storico della città. Unica voce contraria quella del Fuan, che in segno di provocazione ha messo all’asta su ebay l’ermellino del Rettore. Prosegue l’occupazione di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche.
Assemblee sono in programma a Bologna nelle facoltà di Giurisprudenza, Lettere, Lingue e Scienze, e lezioni in piazza Puntoni con alcuni docenti di Scienze. Alle 18:30 partenza da piazza S. Francesco di una fiaccolata di liceali e universitari.
Una fiaccolata è in programma stasera a Siena mentre a Pisa nel pomeriggio si terrà una manifestazione.
Anche a Napoli molte iniziative. Stamattina, dopo la prima notte di occupazione di palazzo Giusso, sede dell’università l’Orientale, studenti e ricercatori si sono riuniti per decidere le azioni di protesta.
Blocco della didattica anche a Cagliari, da domani, nella facoltà di lettere, con un’autogestione che durerà fino al 30 Ottobre.
Gli studenti della facoltà di Ingegneria dell’università di Palermo stamattina, infine, fanno lezione in piazza Castelnuovo, davanti al teatro Politeama. I colleghi di Lettere continuano la sospensione dell’attività didattica. Un provvedimento, quest’ultimo, che ha portato la componente di destra, «Azione universitaria», ad annunciare il ricorso alla magistratura per interruzione di pubblico servizio.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno