Alla faccia del potenziamento! Vien subito voglia di esclamare o, dando ancora credito al nostro povero sindaco, che venga presto questo potenziamento della Ferrovia Sud-Est annunciato!
La richiesta nasce spontanea da quanto mi è capitato lunedì mattina nel recarmi a Bari con il treno delle 8.10.
Sin dalla partenza, con qualche perplessità, accolgo che c’è stata riservata una sola automotrice per il viaggio di un’ora e quaranta che ci aspetta, ma poco tempo è lasciato ai dubbi, perché posso subito verificare che, sin da Martina (capolinea), i posti a sedere sono insufficienti per tutti gli aspiranti viaggiatori. D’altra parte è il primo giorno della settimana e si può facilmente immaginare quanti, come me, sono diretti al capoluogo per motivi di studio, ma anche per motivi professionali. Non c’è ancora ragione, però, di disperare, presto saranno aggiunte altre carrozze, magari a Locorotondo, ad Alberobello, a Noci, almeno a Putignano; siamo ancora giovani quindi attendere un po’ in piedi di sicuro non farà male.
Bene, oggi, è divertente raccontare lo stupore misto a sconforto che, di volta in volta, coglievo incrociando gli sguardi dei passeggeri accanto, compagni di sventura, quando superata la stazione di Locorotondo, poi quella di Alberobello, poi quella di Noci, si osservava altri studenti/lavoratori salire sul treno, senza che nessun addetto provvedeva a garantire nuovi posti a sedere.
In un crescendo di mugugni, sbuffi e incredulità, di pari passo con la riduzione dello spazio d’azione e dell’aria a nostra disposizione, finalmente si arriva a Putignano. E qui la situazione precipita, perché il treno finisce per vomitare chi si reggeva solo grazie al fatto che le porte erano chiuse, mentre altri, di proposito, lo abbandonano per lamentare tutta l’insofferenza accumulata al capostazione. Come non condividere una tale reazione, da parte di chi prefigurava l’intero viaggio fatto in piedi, accalcati, in condizioni di sicurezza inesistenti.
A questo punto la storia si conclude con l’arrivo in stazione di un altro treno, completamente vuoto, sufficiente per farci salire, insieme agli utenti di Putignano, per giungere a Bari con mezz’ora di ritardo. Insomma, una mattinata d’ordinaria follia, che informandomi da colleghi, che più di me, ricorrono a questo mezzo, si ripete, ahimé, da molto tempo.
Mi diverte in questi casi ricordare le parole di quanti, fieri, sostengono che Martina sia un capoluogo di provincia mancato, una stella privata del suo splendore, ma se i trasporti pubblici, su cui possiamo contare, sono essenzialmente questi, per favore, continuiamo ad abitare una città di provincia.
Marco Marangi