Non abbandoniamo i nostri “cappottari” – Lo Stradone

Non abbandoniamo i nostri “cappottari”

Mercoledì 11 Novembre, alle ore 15, in Piazza Roma a Martina Franca, alla manifestazione indetta dalle segreterie provinciali di Filtea CGIL e Femca CISL, che vedrà gli interventi della segretaria regionale della Femca, Cristina Attila e della segretaria nazionale della Filtea, Rosalba Cicero, gli operai delle confezioni grideranno alla città che il settore dell’abbigliamento non può e non deve scomparire. Gli effetti devastanti della crisi del settore, unita a quella economica globale, sta scavando nel nostro territorio ferite tanto profonde da rischiare che non si rimarginino più. Centinaia di operai delle confezioni sono disoccupati e decine di imprese ormai sono scomparse. “Ai numerosi appelli lanciati alle istituzioni finora non è stata prodotta nessuna risposta – scrivono in una nota – per questo abbiamo scelto la data simbolica del giorno della festa che era dei ‘cappottari’ per raccontare al territorio che essi, anche se sono quasi del tutto scomparsi, non si arrendono e rilanciano proposte per la ricostruzione del settore moda che è stato vanto della nostra città. I pilastri della proposta – scrivono – sono tre: il rilancio del Made in Italy, la diffusione di una cultura etica e la valorizzazione della vera ricchezza di questo settore, gli operai”.
A questa nota ha risposto ieri il sindaco Palazzo, il quale conferma che “la manifestazione è motivo di riflessione per tutta la città. Seguo con attenzione e preoccupazione le vicende che riguardano il settore delle confezioni. Un’attenzione ai problemi strettamente locali – dice Palazzo – è quanto dobbiamo mettere ulteriormente in campo, ma è ovvio che di crisi generalizzata si tratta, e nessuno, da solo, può riuscire a risolverla. L’occasione – conclude Palazzo – mi è utile per rappresentare la solidarietà ai lavoratori e per dire che tutte le componenti della città che sono interessate alla questione, che lavorando insieme, hanno qualche possibilità in più di superare il difficile momento, per venire a capo del quale, peraltro, il territorio non può essere lasciato da solo”.