MARTINA FRANCA – L’operato dei vigili urbani continua ininterrotto. Gli integerrimi custodi della urbs lavorano, silenziosamente, fra i mormorii di chi, fin ora, ha sempre contestato la loro assenza. Una non–presenza che, fino a qualche mese fa, l’intera città ha sentito e lamentato, ma che, da qualche mese, non è più fra i chiacchiericci di paese. Ma “la gente mormora”, e questo non è solo un detto. Adesso le lamentele (non più giustificate) dei cittadini riguardano l’eccessivo operato dei vigili che sgomberano aree (vedi l’operazione “fruttivendoli” in Piazza D’Angio), fanno multe, dirigono il traffico; insomma fanno il loro normale lavoro, niente di straordinario. A farne le spese, se così si può dire, sono i cittadini, comuni (la cronista, ad esempio, è “stata vittima” di multa e relativa rimozione) e non. E quando si dice non-comune, si parla di autorità. Nella giornata di tutti i Santi, infatti, il Sindaco Palazzo ha subito le “sgrida” di uno dei nuovi custodi della ridente Martina che, non avendolo riconosciuto, ha utilizzato il temuto mezzo, gergalmente detto fischietto, per intimarlo a non transitare in una zona che quel giorno era chiusa al traffico (si parla della strada che conduce al cimitero partendo dall’incrocio con Viale de Gasperi). Il Sindaco, infatti, si stava recando al cimitero per commemorare i propri cari, transitando, però, con la sua cinquecento, sul quell’aria dove vigeva il divieto. La questione si è risolta in maniera pacifica sia per il mite temperamento del vigile, che si è limitato a rimproverarlo, che per la modestia di Palazzo che non ha rivendicato (cosa che spesso si vede in figure di rilievo) il proprio ruolo non essendo stato riconosciuto. Insomma o per l’integerrimo modus operandi del vigile o semplicemente perché il Sindaco non è stato riconosciuto, la “scenetta” si è conclusa con la grassa risata di chi ha osservato il dialogo e lo ha paragonato alle classiche situazioni della commedia all’italiana. Anche se dura lex, sed lex, per tutti.
Valeria Semeraro