TARANTO – Un’ingente area del porto mercantile di Taranto (931 mila metri quadrati) è stata posta sotto sequestro. Un sequestro senza precedenti quello operato dalla Guardia di Finanza su ordine del procuratore aggiunto Pietro Argentino al porto di Taranto. Si tratta dell’area demaniale che riguarda in particolare i moli del terzo e del quarto sporgente in uso all’acciaieria Ilva di Taranto; sequestro probatorio sulla base di presunto stoccaggio di rifiuti pericolosi. Dalle indagini delle fiamme gialle emerge che sulle aree erano stoccati rifiuti speciali solidi e liquidi, ed avveniva il carico e lo scarico di materie prime e prodotti finiti dell’industria metallurgica, in violazione di diverse norme, da quelle sull’utilizzo delle aree demaniali, al codice della navigazione, dal codice penale, al testo unico dell’ambiente. L’accusa in sostanza è di aver trattato detenuto, gestito e commercializzato i rifiuti nella discarica, in assenza delle necessarie autorizzazioni. Mancava perfino il piano direttorio, obbligatorio per legge regionale che prevede ad esempio, l’obbligo della raccolta delle acque piovane. A quanto risulta invece, l’area aveva solo autorizzazione allo smaltimento di acque domestiche. Dalle prime ore di questa mattina i Militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Taranto, stanno eseguendo il sequestro ed i controlli delle aree. Sotto sigillo, rifiuti speciali, sistemi di canalizzazione che si riversavano in mare, macchinari ed impianti; i controlli non si limitano alla terra ferma, ma si procede anche a campionamento per controllare l’impatto ambientali sui fondi marini. E l’Ilva in una nota inviata alla stampa, ha sottolineato come il sequestro probatorio abbia ugualmente mantenuto la facoltà d’uso di tutti i pontili utilizzati per lo sbarco delle materie prime ed imbarco dei prodotti finiti comprensivo della zona demaniale. L’Ilva, in questa fase di esclusivo accertamento dei fatti ipotizzati, sta fornendo ampia collaborazione al personale della Guardia di Finanza per l’espletamento delle indagini di rito e per l’esecuzione del mandato di sequestro probatorio e confida in una rapida conclusione delle indagini al fine di accertare l’assenza di responsabilità.
Valeria Semeraro