Lo scorso sabato 31 ottobre, presso la sala “don Lino Palmisano” di Villa Mitolo a Locorotondo, il momento conclusivo del corso di formazione per operatore di Ecomuseo, voluto dai Comuni di Alberobello, Cisternino, Fasano, Locorotondo, Martina Franca e Monopoli. Consegnati gli attestati di partecipazione ai 90 giovani che hanno frequentato il corso e presentato una tesina finale. Proclamati, infine, i 5 corsisti per ciascun Comune che hanno superato la selezione e che dovranno avviare l’Ecomuseo di Valle d’Itria. Questo almeno nelle intenzioni, infatti pare che i Comuni di Martina Franca e di Fasano non abbiano provveduto alla nomina dei 5 corsisti che avrebbero dovuto prendere parte alla seconda fase del progetto. A segnalarlo alla nostra redazione un corsista martinese che in una nota scrive che “il progetto dell’Ecomuseo della Valle d’Itria rappresenta uno dei cardini sui quali fondare la cooperazione territoriale tra i comuni di Alberobello, Cisternino, Fasano, Locorotondo, Martina Franca e Monopoli”. Antonio Serio, questo il nome del giovane che ha voluto inviarci la nota di cui vi riportiamo alcuni tratti. “Sono stati preselezionati cento giovani laureati, i quali all’interno di un breve, ma intenso percorso formativo hanno potuto appurare le metodologie d’intervento e le possibili fonti di progetto. Sabato scorso – scrive Serio- si è giunti alla comunicazione dei risultati finali. Il colpo di scena ha riguardato Fasano e Martina Franca. Per i due comuni c’è stata una sospensione di giudizio. In tale circostanza – continua – abbiamo ascoltato frasi ed esclamazioni come “dopo quello che avete fatto”, “Martina? Ancora!?”. Problemi tecnici? Capacità di giudizio offuscata dalla bontà dei lavori presentati? La verità – scrive Serio – è che ci sono state più “segnalazioni” di quante ne fossero possibile compiacere. Perché di accontentare si tratta, visto che il lavoro si protrarrà per un anno e avrà un compenso di cinque mila euro per selezionato nell’intero arco temporale. Probabilmente in questi tempi di crisi – commenta Antonio Serio – anche la più esigua risorsa è accuratamente veicolata verso la miglior utilizzazione possibile, con l’intento di ingrassare il neofeudalesimo del quale siamo interpreti”. Ma il giovane corsista conclude lanciando una simpatica e originale provocazione: “vista la perversione dei giochi di potere truccati da democrazia, e visto la legittimazione della maggioranza ad usare il sistema della segnalazione, perché di un larghissima maggioranza indignata si tratta, propongo di normare affinché tale consuetudine diventi legge. Così tutti ci adegueremo e non avremo più ragioni per irritarci…”
Ottavio Cristofaro