Da giorni il suo nome era in cima a ogni pettegolezzo ed è un quotidiano notoriamente vicino al centrodestra come il Giornale, oggi, a rompere il clima di attesa e lanciare il suo nome nella mischia con un titolo di prima pagina: «Politici e trans, Gasparri spiega».
Attorno a Maurizio Gasparri, presidente del gruppo del Pdl al Senato, si è scatenata una ridda di voci e retroscena: lo stesso quotidiano diretto da Vittorio Feltri parla di una voce che girava insistentemente riguardo «un suo presunto coinvolgimento in una retata antitrans a Roma», pur precisando che tali pettegolezzi «girano sul suo conto anche un po’ per colpa sua, visto che proprio l’ex esponente di An da anni e in più occasioni ha scherzato su un banale episodio che di striscio riguardò i trans».
Di cosa si tratta? Dagospia aveva pubblicato qualche giorno fa una lettera anonima che recitava testualmente: «Prima una data: 29 aprile 1996. È in quel giorno (anzi, quella sera) che un notissimo esponente di quel partito finì in una retata di clienti di travestiti a Roma e riuscì a salvarsi grazie al “lei non sa chi sono io” e all’indulgenza di troppi giornalisti della capitale che da allora sanno tutto ma sono rimasti muti». Quella che segue, invece, è la versione dell’ex esponente di An, fornita dal Giornale. I fatti risalgono effettivamente al 1996 e raccontano di un Gasparri invitato a cena «dal prestigioso circolo del Polo, ai piedi dei Parioli, nella zona sportiva dell’Acqua Acetosa che a quei tempi la sera pullulava di donne e/o uomini in vendita con perizoma e calze a rete». Una cena alla quale Gasparri arriverà con molto ritardo. «Una pattuglia dei carabinieri s’era incuriosita dall’indugiare a singhiozzo di una Fiat Punto tra i viali dell’Acqua Acetosa. Lampeggiante, paletta. Gasparri – prosegue il racconto del Giornale – mette la freccia e accosta diligentemente al marciapiede. Spiega che stava facendo su e giù lungo quei viali pieni di circoli sportivi perché non conosceva l’esatta ubicazione del Circolo del Polo e a causa della scarsa illuminazione, non riusciva a trovare l’entrata».
Arrivato a destinazione, Gasparri avrebbe «sbandierato ai quattro venti l’episodio, forse anche per giustificarsi dell’inqualificabile ritardo». Questa la versione del Giornale, alla quale l’esponente del Pdl «non ha voluto aggiungere una parola di più».
Fonte: L’Unità