Riportiamo di seguito un articolo di Michele Lenti tratto dal Tarantosera di ieri
MARTINA F. – Un tappeto verde fa bella mostra di sè nella piazza antistante la chiesa di Cristo Re, ma non è un prato “inglese”, bensì le fronde di alberi di pino, per i quali si è deciso l’abbattimento. Un provvedimento originato dalla caduta, il 28 giugno scorso, di una pianta ad alto fusto sempre in quest’area, per cui l’Ufficio tecnico comunale aveva proposto la sostituzione dei pini da abbattere, con altro tipo di alberi a foglia caduca. Un “suggerimento” subito raccolto dalla giunta con la delibera dell’8 settembre, che dava mandato alla struttura tecnica di intervenire a tutela dell’incolumità pubblica. Una scelta alquanto frettolosa, dal momento che non ha tenuto conto dell’antichità di questi alberi, aventi più di cento anni, per cui sarebbero dovute valere le norme sulla tutela dei beni ambientali, “individuati, in base alla legge, quale testimonianza significativa dell’ambiente nei suoi valori naturali o culturali”, come riportato all’art 148 del Dlg n. 112 del 31 marzo 1998, e così come, successivamente, hanno stabilito il Codice dei Beni culturali e dell’Ambiente. Il sindaco, ieri, ha bloccato l’abbattimento degli alberi. In realtà, gran parte di essi sono stati già tagliati alla radice, mentre dei pochi rimasti ancora in piedi è visibile solo il tronco. Il primo cittadino valuterà, insieme ai tecnici responsabili, quali altri alberi potranno considerarsi pericolosi per l’incolumità pubblica, stilando un parere che verrà messo a confronto con quello di esperti di botanica prima di procedere a qualsiasi operazione. In realtà, sarebbe bastato evitare questa inutile strage di alberi, “preannunciata da cartelli menzogneri recanti la dicitura “potatura alberi”, a seguito di una delibera di giunta in cui manca una specifica indagine di valutazione della stabilità degli alberi che, al di là dell’analisi visiva, deve essere attuata da tecnici esperti”, come recita il Forum delle associazioni per la tutela dell’ambiente. Alla luce di quanto accaduto è fondamentale che la città si interroghi, in un momento in cui si parla tanto di surriscaldamento globale, dell’importanza della riforestazione.
Michele Lenti
Fonte: Tarantosera