“Non condivido le modalità attraverso le quali la sezione cittadina dell’Italia dei Valori svolge la sua azione politica e per questo motivo ho deciso di uscire dallo stesso”. Queste le parole del consigliere comunale Michele Di Re, il quale dice che questa decisione “è maturata in ben diciotto mesi trascorsi dalle ultime elezioni comunali, all’esito delle quali sono risultato primo degli eletti” nella lista dell’Italia dei Valori. “Qualcuno, a livello locale – dice Di Re – quel risultato non lo ha mai gradito, tanto da dichiarare pubblicamente che il mio inserimento nella lista dell’Italia dei Valori era stato un errore ed io non avrei dovuto né potuto affermare di appartenervi. Ora sembra che io non possa continuare a dichiarare la mia appartenenza al partito non essendo tesserato”. Quella del consigliere Di Re è un’accusa nei confronti dei vertici locali del partito, il riferimento è ovviamente al commissario cittadino e provinciale del partito, Antonio Martucci, del quale però non viene mai fatto il suo nome nella nota stampa, infatti scrive Di Re “Chi decide, dispone, sentenzia come se il partito fosse di sua proprietà, deve anche sapere che non tutti sono disposti ad uniformarsi ai suoi voleri. Tra me ed i vertici locali dell’Italia dei Valori c’è un’incolmabile diversità di vedute circa il modo di mettersi al servizio della città. A mio parere – continua – la diversità di opinioni ed il diverso modo di rendersi utili alla città non dovrebbe essere di ostacolo alla convivenza all’interno del partito, ma evidentemente non tutti la pensiamo allo stesso modo” e in maniera secca dice “visti i precedenti sono certo che la mia decisione di dichiararmi indipendente non dispiacerà a nessuno”.
E conclude dicendo “non credo sia necessario appartenere ad un partito politico per dare voce alle esigenze dei cittadini, per sostenere le mie e le altrui idee e per difendere i principi di legalità e del rispetto delle regole”. A dire il vero nel consiglio comunale di Martina si può dire che i partiti non esistano più per nessuno: tutti si dichiarano indipendenti. Da una parte troviamo, infatti, un PdL, che pare aver perso la voce in Consiglio, spaccato in mille pezzi, dove ognuno forma un gruppo a sé. Dall’altra parte, molto incerto il partito di appartenenza Anania Chiarelli. Lasorsa e lo stesso consigliere Di Re dovrebbero formare un gruppo di indipendenti; Mariella e D’Arcangelo lanciano segnali di apertura al sindaco, mentre Marzulli è entrato a far parte del gruppo Udc, senza dimenticare il ruolo di totale anonimato politico del Partito Democratico, guidato dal consigliere Bruni. Il sindaco Palazzo in conferenza stampa aveva annunciato la possibilità di allargare nuovamente la sua giunta municipale, restano infatti vacanti alcune deleghe, compresa la nomina del nuovo Collegio dei Revisori dei Conti. Una serie lunghissima di indizi che ormai costituiscono delle prove schiaccianti. Intanto ieri è giunta in redazione una nota stampa del sindaco Palazzo, il quale sostiene che “La seconda parte del mandato amministrativo dovrà essere caratterizzata da un rilancio qualitativo. Considerato che nei giorni scorsi il partito dell’Udc ha evidenziato questa necessità, cosa con la quale concordo, sono pronto ad aprire, appunto con l’Udc, il richiesto confronto pubblico per elaborare una strategia da intraprendere da ora e per il futuro. Non si potrà prescindere da un’analisi delle questioni di merito e metodo, come il rapporto di tipo istituzionale, come le questioni amministrative qualificanti: appalto rifiuti, diminuzione della Tarsu, razionalizzazione delle spese della politica, pianificazione urbanistica, fra gli esempi possibili”. Prove tecniche di ribaltone?
Ottavio Cristofaro