La realistica previsione di quello che avrebbe potuto succedere era persino nei cassetti della Procura, agli atti dell’inchiesta aperta dopo l’alluvione del 2007 e rimasta senza colpevoli. Scrissero i tecnici della Protezione civile nella relazione consegnata ai pm nel 2008: “La causa scatenante le forti alluvioni è stata certamente l’elevata intensità di eventi meteorici, ma non può non essere presa in considerazione la leggerezza di alcune scelte territoriali, che si sono rilevate determinanti negli effetti provocati dal dissesto idrogeologico. Scelte che hanno fatto sì che il degrado dei corsi idrici del messinese diventasse un fenomeno ormai generalizzato e diffuso capace di provocare un vero e proprio disastro”.
Conclusioni che suonano come una beffa dopo la tragedia del primo ottobre il cui bilancio provvisorio parla di 700 sfollati, 24 morti, 39 dispersi, anche se il capo della Protezione civile Guido Bertolaso ha detto: “I dispersi sono nove”. Alle famiglie che hanno perso tutto, ospitate in hotel, ieri il premier Silvio Berlusconi è tornato a promettere una casa nuova dando una scadenza: “L’esperienza dell’Aquila ci offre la possibilità di prevedere che questi nuovi quartieri potranno essere realizzati in 4 o 5 mesi. Ci sarà uno stop al pagamento di imposte e tasse e dei mutui: nessun cittadino colpito da queste tragedie naturali può dire di essere stato abbandonato”.
Berlusconi ha definito una “provocazione” la richiesta di Bertolaso che ha indicato in 25 miliardi di euro la cifra necessaria per mettere in sicurezza le zone a rischio idrogeologico di tutto il territorio nazionale ma ha assicurato la destinazione “di una cifra importante per cominciare dalle zone più pericolose”. Ben undici solo nella provincia di Messina, secondo il Wwf, che ha presentato una mappa di tutte le fiumare trasformate in strade.
Il presidente della Regione Raffaele Lombardo, nominato vicecommissario dell’emergenza, annuncia il pugno duro contro l’abusivismo edilizio e il ritiro del disegno di legge sul piano case in Sicilia, così come chiesto da tempo a gran voce dagli ambientalisti. “In Sicilia, soprattutto a Messina ci sono territori, in cui l’equilibrio idrogeologico è fragilissimo. Non possiamo più tollerare alcun abuso o abusivismo edilizio. Dobbiamo demolire quello che non è stato demolito C’è un clientelismo che rispetto alle demolizioni mancate può portare a eventi drammatici e a crimini che hanno fatto perdere la vita finora a 24 persone”.
Quello che è assurto come il simbolo della tragedia, il palazzo di tre piani costruito sul greto del torrente a Scaletta Zanclea con tanto di regolare licenza, ieri è stato abbattuto dalle ruspe che continuano a scavare alla ricerca dei superstiti. A Giampilieri, ieri sera, sarebbe stato localizzato il corpo di uno dei tre bambini che mancano all’appello. Ma il cadavere non è stato ancora estratto. A portare solidarietà agli sfollati, sono arrivati il presidente del Senato Schifani e il segretario del Pd Franceschini mentre il sindaco Buzzanca ha annunciato che i funerali delle vittime potrebbero tenersi domenica in Cattedrale.
Fonte: La Repubblica