La Pannicolopatia edemato-fibrosclerotica (PEF) è l’ incubo di tutte le donne, che siano magre o meno magre. Si tratta della più comunemente nota cellulite che si concentra su glutei e cosce, palesandosi con la comparsa dell’odiato inestetismo della “pelle a buccia d’arancia”.
Definire il Bello è facile: è ciò che fa più disperare.
La cellulite è provocata da un insieme di cause ed alterazioni anatomico-metaboliche, a carico del tessuto adiposo, tuttavia le cause che determinano l’insorgere della cellulite possono essere di diversa natura: fattori genetici, alimentazione scorretta, fattori ormonali, assunzione di farmaci, stress, sedentarietà , problemi di microcircolazione.
Il tessuto adiposo, è una riserva attiva di energia, quando il bilancio calorico aumenta (scarsa attività fisica o eccessiva introduzione di calorie) si verifica il deposito dei grassi.
Gli estrogeni, ormoni femminili, contribuiscono ad innescare un processo di aumento di volume e rottura delle cellule del tessuto adiposo, creando malfunzionamenti nel microcircolo e rigonfiamenti del tessuto adiposo. Le sostanze di rifiuto rilasciate dalle cellule si accumulano negli strati sottocutanei, producendo infiammazione. Le principali cause della PEF sono, quindi, da ricondurre a ritenzione idrica e cattiva circolazione.
A seconda della gravità del disturbo, si distinguono tre tipi di cellulite: cellulite compatta, flaccida o edematosa. La cellulite compatta colpisce soggetti in buona condizione fisica e spesso si tratta di una semplice ritenzione idrica; la cellulite flaccida si manifesta specialmente in persone di mezza età, che hanno un tessuto ipotonico; la cellulite edematosa rappresenta la conseguenza abbastanza comune di patologie circolatorie.
La lotta alla cellulite deve essere volta alla modifica del proprio stile di vita, iniziando da un’attività fisica costante e regolare; una alimentazione sana ed equilibrata che mette al bando gli eccessi. Come primo rimedio bere molta acqua per iniziare la disintossicazione e mangiare frutta e verdura, in quanto apportatrici di sali e vitamine A,B,C,E, inoltre deve comprendere alimenti ricchi di ferro che favoriscono la circolazione, alimenti integrali che assorbono le tossine e quelli ricchi di potassio che aiutano il drenaggio dei liquidi.
In fitoterapia le piante (tisane) per combattere gli inestetismi della cellulite, agiscono sulla protezione e l’elasticità dei vasi sanguigni, esercitano attività antinfiammatoria ed hanno proprietà diuretiche. Le foglie e la corteccia Hamamelis Virginiana sono utilizzate nei disturbi del sistema circolatorio, le foglie di Centella asiatica rinforzano le pareti dei vasi sanguigni, il gambo d’ Ananas sativus migliora la circolazione, invece il Melilotus officinalis è usato nel trattamento dell’insufficienza venosa e linfatica, infine le foglie di Betula Pendula è tra le piante che stimolano la diuresi.
Per combattere la cellulite ci si può affidare anche a prodotti specifici come le crema anticellulite, ma sfatiamo subito un mito: le creme non fanno miracoli!
I loro principi attivi aiutano ad attenuarne gli inestetismi, come gli oli essenziali svolgono un ruolo di accompagnamento sui ristagni linfatici. Tra i rimedi casalinghi contro la cellulite ci sono i fondi di caffè, basta strofinarli sulla pelle insieme a dell’olio, per favorire l’espulsione delle tossine. Esistono anche una serie di trattamenti professionali che affrontano la cellulite più ostinata, in modo meccanico o chirurgico. Tra i principali metodi invasivi ricordiamo la pressoterapia in cui si premono le zone interessate per stimolare il drenaggio dei liquidi, la mesoterapia che comporta iniezioni sottopelle per eliminare i liquidi in eccesso, il laser che drena i liquidi, e infine la più invasiva liposuzione, che consiste nell’asportazione del grasso in eccesso.
Ricordate però che “una cosa bella è bella anche con le luci spente o se non c’è nessuno a guardarla! Per cui a ogni donna direi che sia al buio o al mare la vera bellezza non è nel fisico statuario, i canoni di bellezza si modificano con le mode, sapersi prendere cura di se stesse no”.
Emanuela Saracino – Ricercatrice CNR