Oggi, 21 marzo è la Down Syndrome Day, la Giornata Mondiale Sindrome di Down.
#NotSpecialNeeds”, ‘non bisogni speciali’ e #myvoicemycommunity, ‘la mia voce, la mia comunità’, sono gli hashtag scelti dalle associazioni internazionali per questo giorno. In tutto il mondo le iniziative sensibilizzeranno sul tema dell’inclusione.
Ricevere un’istruzione adeguata, trovare un lavoro, andare a vivere da soli. Bisogni che nessuno si sognerebbe di definire ‘speciali’, tranne quando si parla di persone con la sindrome di Down.
In Italia sono circa 40mila le persone affette dalla sindrome, con un’età media 25 anni. La condizione colpisce circa un nuovo nato su mille, ricorda l’Oms, e se all’inizio del ‘900 la sopravvivenza media era 10 anni ora circa l’80% dei malati supera i 50. In Italia si stima che la sopravvivenza media sia arrivata a 62 anni, anche per effetto dei miglioramenti nella medicina che, ad esempio, sono ora in grado di correggere buona parte dei difetti cardiaci che spesso si manifestano in chi è affetto dalla sindrome.